Arcidiocesi di Oristano
Oristano: Cattedrale
|
Da Bisarcio a OzieriL'antica cattedrale della diocesi di Bisarcio (XIII sec.). Fu sede vescovile dino al 1503
Dell'antica città di Bisarcio rimangono oggi la chiesa e pochi ruderi: essi però, insieme con le memorie tramandateci nei secoli e con le scoperte archeologiche, fanno pensare ad un passato di civiltà e cultura che fecero della monumentale chiesa di S. Antioco non una Cattedrale nel deserto, ma un centro propulsore di vita cristiana e civile di grande importanza. Fondato sulla viva roccia, dalla struttura imponente e dall'aspetto ferrigno, il tempio di S. Antioco di Bisarcio pare quasi tramandarci quelle rudi caratteristiche che siamo soliti pensare proprie del Medio Evo. Nella prima metà del Duecento, in sostituzione di altra chiesa distrutta da un incendio verso il 1060, esso sorgeva attorniato da un importante centro abitato, sede vescovile già da quattro secoli, oltre che notevole centro amministrativo e militare. Questa vitalità, tuttavia, andò lentamente affievolendosi fino a quando la città di Bisarcio divenne, nella prima metà del Quattrocento, nient'altro che un villaggio rurale. E con Bisarcio, in questo periodo, scomparivano decine e decine di altri centri abitati in tutta la Sardegna. Fra questi, nell'ambito dell'attuale agro ozierese, ricorderemo quelli di Orvei in San Leonardo di Su Sassu, Pianu nella omonima località di S'Arrennadu dove ancora esistono le rovine della chiesa di S. Maria, Pira 'e Mestighe nella località che ne conserva ancora il nome ad est di Fraigas dove probabilmente sorgeva la chiesa di S. Quirico, Lejanis in Sa Costa presso le località "Santu Lussurgiu" e "Santa Caderina", forse le due chiese del villaggio. Per qualche secolo ancora resistevano, sia pure semideserti, i due abitati di Butule e della stessa Bisarcio. Per spiegare un tale fenomeno di distruzione, comune a tutta l'isola, dobbiamo ricordare che fra il Trecento e il Quattrocento si ebbero in Sardegna momenti di crisi eccezionali, sia per le frequenti guerre, sia per le carestie e le pestilenze. A tutto ciò si aggiunga il flagello della malaria, brutto regalo fattoci dai Cartaginesi, per cui molte popolazioni preferirono abbandonare le pur fertili pianure, per andare a stabilirsi in luoghi più salubri. E' da presumere che, come per molti altri casi, così sia capitato per la popolazione di Bisarcio che lentamente, nel corso di vari decenni, preferisce stabilirsi a Ozieri. Infatti, mentre Bisarcio gradatamente si spopola, Ozieri acquista contemporaneamente sempre maggiore importanza, fino a diventare capoluogo amministrativo e giudiziario del Monte Acuto. Sappiamo che già nel Trecento la chiesa di Ozieri era affidata ad un Rettore (sicuramente lo era già da molto tempo prima, anche se ci mancano prove documentarie), ma solo al 1437 risalgono le prime testimonianze che ce ne attestano il titolo, quello di "Santa Maria". |