Arcidiocesi di Oristano

Benvenuti - Welcome nel sito NON ufficiale dell'Arcidiocesi Arborense. Il sito è stato creato ed è curato da don Ignazio Serra, parroco in Ortueri

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Oristano: CattedraleLe parrocchie sarde sono 616 ; i preti diocesani sono 880 ----------ORISTANO-DONIGALA 21 -22 GIUGNO: I vescovi s'incontrano di nuovo per il Concilio Plenario Sardo ---------SARDEGNA VOCAZIONI DIOCESANE: seminaristi medie 51; superiori 88; Pre-Seminario 88; Regionale 86 ; TOTALE 313 --------ORISTANO: raccolti 140 milioni per il KOSOVO -------------FONNI 14-17 giugno: esercizi spirituali per le familiari del clero ------------S.PIETRO DI SORRES 30 giugno - 3 luglio 1999: 31° settimana di aggiornamento teologico: Dal Padre per Cristo nello Spirito Santo al Padre. Relatore D. Manlio Sodi sab. --------

 

 

Osservatorio ecclesiale

Aumentano sacerdoti diocesani, diaconi e seminaristi, diminuiscono religiosi e religiose.

In poche battute è questo il quadro generale della Chiesa sarda che emerge dalla lettura dell'Annuario Pontificio del 1998. Dunque, una situazione in qualche modo critica, accentuata dalla diminuzione delle parrocchie e degli istituti di educazione.

Un insieme di dati che meritano la riflessione non solo degli addetti ai lavori - vescovi, sacerdoti, rettori - ma anche dei fedeli tutti, in quanto il problema vocazioni finisce per "scaricarsi" e incidere sulla vita pastorale della comunità.

Il termine di raffronto statistico è il 1998.

Dieci anni fa in Sardegna eravamo 1.671.501, nel 1998 c'è stato un aumento di circa seimila abitanti (1.677.980).

Se tutto fosse andato secondo logica le parrocchie sarebbero dovute aumentare, almeno di una unità, invece il loro numero è diminuito: si è passati infatti da 622 di dieci anni fa a 616 dell'anno scorso.

Calo, non proprio emorragia, tra gli istituti di educazione: meno 52. L'annuario statistico non lo precisa, ma probabilmente in questa voce vanno comprese le classi della scuola cattolica chiuse non tanto per mancanza di utenti quanto per l'impossibilità della famiglie di sostenere - a causa del mancato aiuto dello Stato - i costi della scuola a pagamento.

Crescono di 11 unità gli istituti di beneficenza passati, in dieci anni, da 173 a 184: sono le attività del volontariato, del non profit organizzato che, fortunatamente, supplisce alle carenze dell'organizzazione pubblica e viene incontro al bisogni primari e secondari soprattutto degli anziani. Se il volontariato resterà tale e non si farà irretire nelle maglie dei finanziamento pubblici, siamo di fronte a un fenomeno in grado di coniugare apostolato e solidarietà, in un cristianesimo vissuto come vera testimonianza.

La situazione delle diocesi è rimasta immutata, almeno per quanto riguarda il numero: 10 (227 in Italia) con altrettanti vescovi residenziali e un ausiliare con sede a Cagliari.

E aumentato il numero degli emeriti cioè dei vescovi in pensione: 3 nel 1988, sono 5 nel '98. Ricordiamo questi "nonni" che dopo tanti anni di prima linea sono tornati nelle retrovie dedicando gran parte del loro tempo alla preghiera e allo studio: FRANCESCO SPANEDDA (emerito di Oristano), GIOVANNI COGONI (lglesias), GIOVANNI PES (Alghero-Bosa), GIOVANNI PISANU (Ozleri), GIOVANNI MELIS (Nuoro).

Uno dei dati più significativi è quello relativo al sacerdoti diocesani. In questa voce la Sardegna registra un importante anche se non esaltante e trionfalistico +7. I preti che nel 1988 erano 873 nel 1998 sono risultati 880.

Una crescita del clero diocesano che interessato anche altre regioni del sud (Basilicata e Puglia), oltre che il Lazio dove il dato potrebbe essere falsato da Roma città, in quanto residenza di preti-studenti nelle Università pontificie. E' quasi miracoloso il numero del clero laziale nel decennio considerato: da 2.817 a 4.618. Crisi, invece, nelle regioni del Nord dove mancano all'appello quasi 1700 preti.

Il dato positivo sul clero diocesano è attenuato dalle ordinazioni sacerdotali: 8 dieci anni fa, solamente 5 nel 1998.

I conti non tornano ai sacerdoti religiosi presenti in Sardegna: 364 nell'88, ben 69 in meno un anno fa; calo confermato anche dai dati sulle ordinazioni: 3 contro 1 del 1998.

Va a gonfie vele il diaconato permanente: da sette passato a 34 ordinati. L'aumento considerevole, che sembra doverci essere anche in prospettiva degli aspiranti al penultimo degli ordini sacri, richiede da parte di tutti una certa attenzione nell'ammissione degli aspiranti al diaconato permanente. Per poter svolgere questo compito non basta "essere uomini di sacrestia", pronti a collaborare col parroco e disponibili a eseguirne gli ordini. Si richiede un radicamento profondo e maturo nella vita della comunità; la capacità di farsi accogliere e di non salire in cattedra; la convinzione che anche nella Chiesa le regole e la forma non sono tutto, soprattutto se manca il buon senso di chi deve farle applicare. Un diacono veramente maturo è, oggi, tanto più necessario in quanto potrebbe diventare responsabile di qualche comunità parrocchiale.

Sorriso a 32 denti per monsignor EFISIO SPETTU, rettore del seminario regionale, che in dieci anni ha visto i seminaristi passare da 71 a 85 e che probabilmente taglierà il traguardo del 2000 oltre quota 100.

Non cosi per religiosi e religiose.

I primi hanno perso 119 unità (attualmente 361 contro 480 del 1998 ), le seconde addirittura 218 (da 2572 a 2254). Senza voler entrare in profondità nelle cause del fenomeno della crisi delle vocazioni che interessa tutti, anche chi come il seminario regionale è uscito dal buio tunnel degli anni '70; soprattutto senza avere la pretesa di dispensare ricette facili per un problema difficile, è evidente che le "vocazioni" si originano e maturano in famiglia e in parrocchia: l'una al centro di poderosi attacchi sociali, culturali ed economici; l'altra in crisi evidente. Comunque è certo: in molte comunità parrocchiali si parla poco di vocazione e soprattutto non si è capaci di custodire, guidare, interessare, far maturare all'ombra del campanile le nuove generazioni.: la fuga del dopo-cresima influisce anche sul numero dei giovani che chiedono di entrare in seminario o di dedicarsi alla vita religiosa.

Mario Girau

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