storia

Arcidiocesi di Oristano

Benvenuti - Welcome nel sito NON ufficiale dell'Arcidiocesi Arborense. Il sito è stato creato ed è curato da don Ignazio Serra, parroco in Ortueri

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Oristano: Cattedrale

ALGHERO-BOSA SEMINARIO DIOCESANO: a fine maggio la premiazione del Concorso IL PRETE CHE VORREI. Hanno inviato i lavori circa 1000 studenti. La risposta: Il prete che vorrei assomiglia a don Graziano Muntoni --------Le 16 Congregazioni Femminile sorte in Sardegna viaggiano su questo sito con le informazioni essenziali--------------L'ultimo cardinale sardo era un certo PIPPIA originario di Seneghe (OR). Mori durante il CONCLAVE fine 1700----ALES: NUOVOCAMMINO sta per entrare in Rete www.nuovocammino.it ------ORISTANO 6 maggio:RITIRO CLERO tenuto dall'Arcivescovo Plotti di Pisa------EMERGENZA KOSOVO: la CARITAS DIOCESANA ha già inviato 50 milioni-------ENTRO MAGGIO SU QUESTO SITO LE CLARISSE DI ORISTANO ------- ORISTANO 28 aprile: Convegno Diocesano Ministranti presso chiesa san Giuseppe Lavoratore

 

 

 

 

ARBORENSIS ECCLESIA

 

La diffusione del Cristianesimo risale a prima di Costantino

La diffusione del Cristianesimo nel territorio dell'Arcidiocesi Arborense, rimonta a fase precostantiniana.

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Fordongianus: S. Lussorio

La Passio Sancti Luxurii, di redazione altomediovale, documenta una comunità cristiana in età dioclezianea (284-305 d.C.) a Forum Trajani (l'attuale Fordongianus). A tale comunità dobbiamo attribuire il primitivo santuario martiriale di San Lussorio, individuabile nella "cripta" della chiesa dedicata all'omonimo santo.

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Santa Giusta: Basilica

Altra "ecclesia" (assemblea dei cristiani), precedente la concessione del culto pubblico e ristiano ad opera di Costantino e Licinio (313 d.C.), deve supporsi ad Othoca (l'attuale Santa Giusta), che serba la memoria delle sante Giusta, Giustina ed Enedina, testimoni della propria fede cristiana durante una delle persecuzioni.

A partire dal IV secolo è largamente documentata, sia nei cimiteri che nella suppellettile domestica, la sempre più larga adesione al cristianesimo degli abitanti della regione. Lucerne contrassegnate da simboli cristiani (la croce e il monogramma cristologico XP) sono attestate a Marrubiu, Arborea, Tharros, Sinis, Fordongianus.

Tharros

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Tharros: rovine e mare

A Tharros sono documentati, tra il IV e il V secolo, i cristiani Karissimus (lodato per avere seguito i precetti di Cristo) e Beneria. A San Salvatore di Cabras è documentato Gaudentius. A Fordongianus restano segnati i nomi di Juliana, Petrus, Miccina, Flavius Rogatianus e Ingenua.

Edifici chiesastici sorsero sia nelle città (Tharros, Forum Trajani), sia nelle campagne.A Nurachi, (antica Annuagras) sorge la Ecclesia Sancti Joannis, con battistero; a Cabras sorgono le chiese di San Giorgio e San Saturno; a San Vero Milis la chiesa di San Lorenzo; a Narbolia la chiesa di Sant'Andrea di Pischinappiu; a Bonarcado la chiesa della Vergine.

L'organizzazione ecclesiastica

L'organizzazione ecclesiastica nel territorio arborense è documentata a partire dal 484. Al Concilio di Cartagine, celebratosi in quell'anno per ordine di Unnerico, parteciparono anche i vescovi di Forum Trajani (Martinianus) e di Senafer-Comus (Bonifacius). Il Vescovo di Tharros è attestato, indirettamente, in una epistola di San Gregorio Magno del 599.

Nel medesimo VI secolo ressero la Sede episcopale di Forum Trajani i vescovi Victore e Stefanus; mentre Helia fu probabilmente presule forotraianense nel secolo successivo.

La geografia di Giorgio di Cipro, del VII secolo, offre l'elenco delle città della Sardegna dotate di cattedra episcopale: Karales, Turris, Senafer-Cornus, Sinis- Tharros, Sulcis, Forum Trajani.

Lo stesso autore attesta l'esistenza di una nuova città, priva di vescovo, denominata Aristianis.

XI secolo. Il Vescovo di Sinis-Tharros diviene Metropolita

Entro l'XI secolo, il vescovo di Sinis-Tharros fu elevato dal Sommo Pontefice a rango di Arcivescovo Metropolita, avendo come diocesi suffraganee le Chiese di Santa Giusta, Terralba e Usellus. La ragione di questa promozione va, forse, ricercata nell'intento di salvaguardare il prestigio e la dignità religiosa del Vescovo dalla concorrenza dell'autorità del "