Una serata di grande grazia quella di
  sabato 24 aprile 1999 per la comunità parrocchiale della Cattedrale di Santa Maria
  Assunta in Oristano: per l'ingresso del nuovo Parroco Don Costantino Usai.
  A presentarci il nuovo pastore era Mons.
  Arcivescovo in persona che presiedeva una solenne concelebrazione eucaristica alle ore
  18.30. Concelebravano, oltre al neo nominato Parroco e a colui che lo ha preceduto in
  qualità di amministratore Mons. Francesco Manca. i canonici del Capitolo Metropolitano e
  diversi Parroci del vicariato Urbano e Sacerdoti religiosi.
  La celebrazione era diretta da Mons.
  Orazio Ortu cerimoniere Arcivescovile, mentre il servizio liturgico curato dai Ministranti
  della Cattedrale. I canti eseguiti con la solita bravura dalla polifonica Arborense
  diretta dal Maestro Mons. Clemente Caria.
  All'inizio dell'Eucaristia Don Giuseppe
  Sanna. Cancelliere e Segretario Arcivescovile, dava pubblica lettura della Bolla con la
  quale Mons.Tiddia, Arcivescovo Metropolita di Oristano costituiva il reverendo Don
  Costantino Usai, Parroco della Comunità di Santa Maria Assunta, Cattedrale di Oristano per nove anni, a partire dal 2 marzo scorso:
  seguiva un fragoroso applauso dei fedeli che riempivano il Duomo in ogni spazio,
  parrocchiani e non.
  Durante l'omelia l'Arcivescovo presentava
  Don Costantino, che è stato fino al mese scorso Parroco delle comunità di Pietro
  Apostolo in Baratili San Pietro, e tratteggiava la figura di colui che in stretta
  collaborazione col Pastore diocesano, amministra la porzione di diocesi affidatagli: il
  parroco appunto.
  Don Costantino, diceva l'Arcivescovo dopo
  aver riflettuto per 24 ore
  all'inizio dello scorso mese, ha fatto l'obbedienza e passa dalla comunità baratilese a
  quella del centro storico di Oristano, dalla bella parrocchiale di San Pietro allo
  splendore e alla vastità della Cattedrale più grande della Sardegna, ma questo non deve
  intimorire o scoraggiare. Con il suo ministero e con la forza della sua vocazione e della
  preghiera, nonché con l'aiuto spirituale e concreto dei nuovi parrocchiani, dovrà far
  crescere nella fede il popolo di Dio, annunciare il Vangelo, dispensare la parola che
  salva, amministrare i Sacramenti, spendere la sua vita al servizio completo di Dio e dei
  fratelli, più specificatamente di quelli della comunità parrocchiale. Annunciare e
  favorire la verità, tutta intera.
  Sottolineava l'unità che deve
  contrassegnare il rapporto esistente fra il Vescovo e il parroco, rapporto di collaborazione e schiettezza, disponibile e proficuo.
  Particolarmente significativo il fatto
  che l'ingresso avvenisse proprio nella messa prefestiva della domenica "del Buon
  Pastore". Anche don Titino dovrà essere un pastore saggio e premuroso verso tutti,
  costante nella preghiera e nell'azione.
  Ringraziava infine Mons. Francesco Manca
  che in questi ultimi mesi ha retto così bene la parrocchia, accettando "in dieci minuti" un incarico niente
  affatto facile, e curando con attenzione ogni aspetto della vita comune, specie in un
  momento delicato come quello del cammino quaresimale in preparazione alla Pasqua e del
  Sacro Triduo pasquale.
  Mons. Tiddia rivolgeva un saluto anche ai
  fedeli baratilesi, ai quali chiedeva di pazientare ancora qualche tempo per avere un nuovo
  pastore, mentre assicurava loro l'assistenza spirituale che nel frattempo verrà curata da
  Don Antioco Ledda parroco di Riola Sardo.
  Dopo l'omelia, don Costantino rinnovava
  le promesse presbiterali davanti a Mons. Arcivescovo, promettendo di vivere con vero
  slancio la sua vocazione di sacerdote e di adempiere gli uffici che il nuovo incarico
  comporta, oltre che filiale rispetto e obbedienza a Mons. Tiddia e ai suoi successori.
  Prima della benedizione finale e dei riti
  di congedo, era proprio don Titino a prendere la parola e a presentarsi. Non nascondeva
  una certa motivata emozione. Salutava tutti i presenti e le diverse componenti della
  famiglia parrocchiale: incominciando dai Superiori, dai canonici del Capitolo
  Metropolitano e dai confratelli del Vicariato di Oristano, il suo pensiero correva ai
  collaboratori della Cattedrale, agli altri sacerdoti che prestano ivi servizio con una
  menzione particolare a Mons. Manca e a Don Carlo Pisu, alle diverse comunità religiose
  presenti nel territorio, femminili (come le Pastorelle, attivamente impegnate proprio di
  Duomo, le Giuseppine, le Francescane del Giglio, i monasteri di clausura delle Cappuccine
  e delle Clarisse) e maschili (i Francescani Minori Conventuali), e ancora la Polifonica
  Arborense e quanti altri hanno a vario titolo collaborato all'organizzazione della
  celebrazione di insediamento, ringraziando da subito quanti mostreranno di voler essere
  parte attiva della parrocchia con uno slancio da riscoprire o del tutto nuovo. La
  Cattedrale è sì una parrocchia piccola e anomala, così diversa dalle altre, come
  affermava lo stesso Arcivescovo, per via della presenza appunto della Sede episcopale che
  ne segue i ritmi, la liturgia e più in generale la vita, ma ciò non deve far sentire la
  comunità meno parrocchia,
  bisogna sempre capirne la
  dignità e riconoscerne l'identità.
  Per tutti Don Titino diceva di voler
  essere un pastore secondo il cuore di Cristo, un padre e un fratello, per chi intenda fare
  un vero percorso incontro a Dio, intraprendere un cammino di fede per una esperienza
  cristiana veramente vissuta e coinvolgente. Non poteva mancare un ricordo inoltre per
  l'appena lasciata comunità di Baratili San Pietro e per il Consultorio Diocesano
  Familiare, del quale egli è Direttore e Psicologo. Con l'aiuto e la preghiera di tutti, e
  seguendo sempre le direttive e i consigli di Mons. Arcivescovo. Don Titino si propone di
  operare in parrocchia nel nome di Cristo. Noi auguriamo a Don Costantino di avere le
  maggiori soddisfazioni pastorali proprio dai fedeli dei quali avrà amorevole cura,
  ottenendo splendidi risultati e creando in parrocchia una
  vera "famiglia".
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