Arcidiocesi di Oristano

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PRESBITERI ARBORENSI

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don Costantino Usai

da Baratili S. Pietro a parroco in Cattedrale - Oristano

 

VITA NOSTRA N°18 del 2 maggio 1999

 

Una serata di grande grazia quella di sabato 24 aprile 1999 per la comunità parrocchiale della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Oristano: per l'ingresso del nuovo Parroco Don Costantino Usai.

A presentarci il nuovo pastore era Mons. Arcivescovo in persona che presiedeva una solenne concelebrazione eucaristica alle ore 18.30. Concelebravano, oltre al neo nominato Parroco e a colui che lo ha preceduto in qualità di amministratore Mons. Francesco Manca. i canonici del Capitolo Metropolitano e diversi Parroci del vicariato Urbano e Sacerdoti religiosi.

La celebrazione era diretta da Mons. Orazio Ortu cerimoniere Arcivescovile, mentre il servizio liturgico curato dai Ministranti della Cattedrale. I canti eseguiti con la solita bravura dalla polifonica Arborense diretta dal Maestro Mons. Clemente Caria.

All'inizio dell'Eucaristia Don Giuseppe Sanna. Cancelliere e Segretario Arcivescovile, dava pubblica lettura della Bolla con la quale Mons.Tiddia, Arcivescovo Metropolita di Oristano costituiva il reverendo Don Costantino Usai, Parroco della Comunità di Santa Maria Assunta, Cattedrale di Oristano per nove anni, a partire dal 2 marzo scorso: seguiva un fragoroso applauso dei fedeli che riempivano il Duomo in ogni spazio, parrocchiani e non.

Durante l'omelia l'Arcivescovo presentava Don Costantino, che è stato fino al mese scorso Parroco delle comunità di Pietro Apostolo in Baratili San Pietro, e tratteggiava la figura di colui che in stretta collaborazione col Pastore diocesano, amministra la porzione di diocesi affidatagli: il parroco appunto.

Don Costantino, diceva l'Arcivescovo dopo aver riflettuto per 24 ore all'inizio dello scorso mese, ha fatto l'obbedienza e passa dalla comunità baratilese a quella del centro storico di Oristano, dalla bella parrocchiale di San Pietro allo splendore e alla vastità della Cattedrale più grande della Sardegna, ma questo non deve intimorire o scoraggiare. Con il suo ministero e con la forza della sua vocazione e della preghiera, nonché con l'aiuto spirituale e concreto dei nuovi parrocchiani, dovrà far crescere nella fede il popolo di Dio, annunciare il Vangelo, dispensare la parola che salva, amministrare i Sacramenti, spendere la sua vita al servizio completo di Dio e dei fratelli, più specificatamente di quelli della comunità parrocchiale. Annunciare e favorire la verità, tutta intera.

Sottolineava l'unità che deve contrassegnare il rapporto esistente fra il Vescovo e il parroco, rapporto di collaborazione e schiettezza, disponibile e proficuo.

Particolarmente significativo il fatto che l'ingresso avvenisse proprio nella messa prefestiva della domenica "del Buon Pastore". Anche don Titino dovrà essere un pastore saggio e premuroso verso tutti, costante nella preghiera e nell'azione.

Ringraziava infine Mons. Francesco Manca che in questi ultimi mesi ha retto così bene la parrocchia, accettando "in dieci minuti" un incarico niente affatto facile, e curando con attenzione ogni aspetto della vita comune, specie in un momento delicato come quello del cammino quaresimale in preparazione alla Pasqua e del Sacro Triduo pasquale.

Mons. Tiddia rivolgeva un saluto anche ai fedeli baratilesi, ai quali chiedeva di pazientare ancora qualche tempo per avere un nuovo pastore, mentre assicurava loro l'assistenza spirituale che nel frattempo verrà curata da Don Antioco Ledda parroco di Riola Sardo.

Dopo l'omelia, don Costantino rinnovava le promesse presbiterali davanti a Mons. Arcivescovo, promettendo di vivere con vero slancio la sua vocazione di sacerdote e di adempiere gli uffici che il nuovo incarico comporta, oltre che filiale rispetto e obbedienza a Mons. Tiddia e ai suoi successori.

Prima della benedizione finale e dei riti di congedo, era proprio don Titino a prendere la parola e a presentarsi. Non nascondeva una certa motivata emozione. Salutava tutti i presenti e le diverse componenti della famiglia parrocchiale: incominciando dai Superiori, dai canonici del Capitolo Metropolitano e dai confratelli del Vicariato di Oristano, il suo pensiero correva ai collaboratori della Cattedrale, agli altri sacerdoti che prestano ivi servizio con una menzione particolare a Mons. Manca e a Don Carlo Pisu, alle diverse comunità religiose presenti nel territorio, femminili (come le Pastorelle, attivamente impegnate proprio di Duomo, le Giuseppine, le Francescane del Giglio, i monasteri di clausura delle Cappuccine e delle Clarisse) e maschili (i Francescani Minori Conventuali), e ancora la Polifonica Arborense e quanti altri hanno a vario titolo collaborato all'organizzazione della celebrazione di insediamento, ringraziando da subito quanti mostreranno di voler essere parte attiva della parrocchia con uno slancio da riscoprire o del tutto nuovo. La Cattedrale è sì una parrocchia piccola e anomala, così diversa dalle altre, come affermava lo stesso Arcivescovo, per via della presenza appunto della Sede episcopale che ne segue i ritmi, la liturgia e più in generale la vita, ma ciò non deve far sentire la comunità meno parrocchia, bisogna sempre capirne la dignità e riconoscerne l'identità.

Per tutti Don Titino diceva di voler essere un pastore secondo il cuore di Cristo, un padre e un fratello, per chi intenda fare un vero percorso incontro a Dio, intraprendere un cammino di fede per una esperienza cristiana veramente vissuta e coinvolgente. Non poteva mancare un ricordo inoltre per l'appena lasciata comunità di Baratili San Pietro e per il Consultorio Diocesano Familiare, del quale egli è Direttore e Psicologo. Con l'aiuto e la preghiera di tutti, e seguendo sempre le direttive e i consigli di Mons. Arcivescovo. Don Titino si propone di operare in parrocchia nel nome di Cristo. Noi auguriamo a Don Costantino di avere le maggiori soddisfazioni pastorali proprio dai fedeli dei quali avrà amorevole cura, ottenendo splendidi risultati e creando in parrocchia una vera "famiglia".

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           Una bella cronaca ma mi pare manchi qualcosa!

 

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