Arcidiocesi di Oristano
Oristano: Cattedrale
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don Giuseppe Casti II DOMENICA DI PASQUA I SEGNI DEL RISORTOAt 2,42-47 ¨ 1Pt 1,3-9 ¨ Gv 20,10-31 Le domeniche del tempo di Pasqua di questo anno liturgico si caratterizzano per la lettura continua degli Atti degli Apostoli (prima lettura) e della Prima lettera di Pietro (seconda lettura). Il Vangelo continua ad annunciare la risurrezione di Cristo, sottolineando di volta in volta un aspetto di questo mistero. Erano assidui nellascoltare linsegnamento degli Apostoli e nellunione fraterna (1ª lettura) Il racconto di Luca degli Atti degli Apostoli ha una duplice funzione: descrivere in termini generali la situazione della comunità primitiva e segnare le tappe successive del cammino del Vangelo. In questo suggestivo quadretto è riassunta la vita della prima comunità cristiana. Ne analizziamo le espressioni più significative. Il primo tratto caratterizzante è lascolto dellinsegnamento degli Apostoli. Esso consiste nellannuncio di Gesù Messia e Salvatore. Contiene inoltre "tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui fu assunto in cielo" (At 1,2). In altri termini i primi credenti sono sempre in ascolto della Parola di Dio e di Cristo. E questa la base della vita della Chiesa, allora come oggi. Il secondo tratto è la comunione. E, innanzitutto, la comunione dei cuori, di cui la messa in comune dei beni è una delle principali espressioni. Il terzo elemento caratterizzante è la "frazione del pane", lEucaristia. Accanto allascolto della Parola e allEucaristia, le riunioni della prima comunità contemplavano altri due momenti significativi: il pasto comune e la preghiera. Le lettere di Paolo ci portano leco di una preghiera comunitaria fatta di salmi, inni, suppliche, ringraziamenti. Mio Signore e mio Dio! (Vangelo) Pochi episodi come questo, proposto oggi alla nostra riflessione, rivelano lamore che Cristo ha avuto per noi e dellamore che deve contraddistinguere il nostro rapporto con Lui. Non ancora illuminati e fermi nella fede, i discepoli stanno ben chiusi in una casa "per timore dei Giudei": solo la certezza che Cristo è risorto ed è il Signore li libererà dalla paura. Gesù viene e si mostra ai suoi, ed essi lo "vedono" di nuovo dopo la sua tragica partenza. Nella sobrietà di questo resoconto, confermato da tutte le fonti neotestamentarie, scevro di qualunque abbellimento drammatico o apologetico, è la garanzia di un dato storico sicuro, sul quale si fonda la fede cristiana. Stando in mezzo ai discepoli, Gesù risorto li saluta: "Pace a voi". Sulle sue labbra il saluto ebraico shalom si carica di un significato ancora più pregnante. La pienezza di benedizione, che esso racchiude, connota ormai la salvezza cristiana, la vittoria di Cristo sulla morte e il dono della vita divina. Mostrando ai discepoli le mani e il costato, il Risorto si fa riconoscere dai discepoli al di là di ogni dubbio. Ne è conferma la pretesa di Tommaso, che vorrà vedere nelle sue mani il segno dei chiodi e mettere il dito nel posto dei chiodi e la mano nel suo costato (v.25). Gesù concede a Tommaso la prova che pretende. E il punto di arrivo di tutto il racconto. La risurrezione è unesperienza di fede, ma si pone anche come dato moralmente certo e razionalmente accettabile per chi è aperto alla presenza di Dio nella storia umana. La confessione di Tommaso: "Mio Signore e mio Dio", riassume la fede cristiana. Nella risurrezione Gesù diventa il Kyrios e si manifesta definitivamente come il Figlio, che il Padre ha dato per la salvezza del mondo. Tommaso ha creduto grazie alla esperienza personale e diretta, come del resto gli altri discepoli. E tuttavia, "beati quelli che, pur non avendo visto, hanno creduto o crederanno". Beati quelli che accoglieranno la testimonianza degli apostoli e, grazie ad essa, non certo ciecamente e assurdamente, giungeranno alla fede in Cristo risorto. Egli ci ha rigenerati, mediante la Risurrezione di Gesù Cristo (2ª lettura) Il brano della lettera di Pietro è una commossa "benedizione" rivolta a Dio Padre. Lapostolo rivolge un discorso di consolazione e di incoraggiamento ai cristiani che vivono come stranieri in mezzo ai pagani. La fede e il battesimo sono soltanto linizio della vita cristiana. Questa tende a una "mèta", che è descritta come la "speranza viva" dei credenti, la "eredità" che li attende, la "salvezza" piena e definitiva. Ma la vita cristiana è segnata dalle prove. Si tratta di vere sofferenze, oltraggi, calunnie, ingiustizie. Per mezzo di esse il cristiano partecipa alle sofferenze di Cristo. Le prove sono per la fede ciò che il fuoco è per loro: mentre lo purifica, ne mette in evidenza lautenticità. La forza che sostiene il credente in mezzo alle prove è lamore di Gesù Cristo. Riflessione pastorale Tommaso, come molti di noi, arriva a riconoscere il Cristo Risorto attraverso un cammino accidentato da dubbi, ma alla fine sa accoglierlo incondizionatamente. Anche nella nostra vita cristiana incontriamo molte resistenze e molti dubbi. Coscienti di questa povertà diciamo: "Credo Signore, ma aumenta la mia fede!".
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