Licheri Bonaventura
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Parrocchia san Pietro Apostolo in Neoneli

 

 

 

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Deus ti salvet Maria

 

BONAVENTURA LICHERI

 

Molte rettifiche si devono portare su questo rimatore sacro in quanto al cognome che è Demontis (42), alla data di nascita che è press'a poco il 20 dicembre 1734 (43), e anche rispetto allo stesso paese di origine, che è Neoneli (A).

Il Licheri fu gesuita.

Missionario in patria e predicatore popolare, percorse gran parte dell'Isola in compagnia del p. Vassallo; confortatore di traviati e di banditi, fu attento a rimettere o a confermare nella fede religiosa i conterranei, e a stimolarne la costanza nella onesta occupazione di vita agricola e pastorale.

Per il popolo e in logudorese dettò poesie armoniose, dense di profondo valore spirituale e umano. Molti suoi componimenti poetici, rimasti vivi nel popolo, ora riacquistano il loro pregio letterario e linguistico (45).

Anche dopo la soppressione dell'Ordine ignaziano egli continuò tra gli umili la sua opera di educazione civile e religiosa.

Neoneli ha dedicato al suo figlio illustre una delle migliori vie interne del paese.

Gli scrittori sardi del '700 e dell'800 non ricordano Bonaventura Licheri. Le sue migliori poesie sono state raccolte da due suoi ammiratori, rispettivamente nel 1888 (46) e nel 1934 (47).

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(42) Liber baptizatorum - NEONELI, nr. 3, a. 1730-1755, f. 27 n. num., "Archivio della Curia arcivescovile di Oristano".

Nel doc. si legge che Bonaventura Pasquale Pietro Antonio Raimondo Liqueri, "résiem nassido" (nato recentemente), fu battezzato il 24 dicembre 1734: era figlio legittimo di Pietro de Montis Liqueri e di Maria Mauricia Contini. S¡ può notare che il cambiamento di cognome avveniva facilmente nel '700 e anche nell'800, ricorrendo ai cognomi dei vicini consanguinei (il filosofo Giov. Maria "Pitèu" si chiamerà "Dettori" e l'improvvisatore Melchiorre "Ledda" si dirà "Murenu"); si può aggiungere, inoltre, che oggi un cambiamento del genere richiede un decreto della suprema magistratura dello Stato.

E qui sia concesso notare che molti cognomi derivarono anche in Sardegna dal paese di origine. Verso il 1204 esisteva il paesino "Lokeri" nella media valle del Tirso, non lontano da Suèi (Norbello) e da Soddì (Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, ediz. A. SOLMI ed E. BESTA, sch. 14, Milano, 1937); nella Ratio decimarum Italiae - SARDINIA (nr. 351,. 911 e 2853) di P. SELLA, Vaticana, 1945, figura il cognome Lecheri (parroco di Urasana, presso Solarussa) e Lechere: dopo tali anni, 1341-1346, il cognome scompare (sopravvive peraltro, oggi, nei paesi del Ghilarzese, nella zona del Tirso dianzi menzionata).

(43) Rettificare SCANO EMANUELE, Saggio storico critico sulla poesia dialettale sarda, Cagliari - Sassari, Dessì, 1901, p. 137 (per la data di nascita). Altre notizie sono nelle pp. 126-131 e 144-162, presso lo stesso Scano.

(44) In Sardegna terra di poesia (ediz. "Il Nuraghe") si legge "Nurachi" (p. 139).

(45) E' diffusa e cantata spesso nei convegni e nelle chiese mariane la melodia dolcissima, con a solo e coro, sulla Madonna (composizione italiana del p. Vassallo, traduzione del Licheri: sei quartine di 3 settenari e di 1 quinario con rima abbc, cdde, effg ecc. Il primo settenario e l'ultimo quinario non rimano).

La prima quartina del canto dice: "Deus ti salvet, Maria, / Chi ses de grazias piena; / De grazias ses sa vena / E sa currente". // La poesia è stata inserita recentemente a p. 28 della Novena della B.V. del Rimedio nella Basilica-Santuario presso Oristano, Cagliari, tip. Fossataro, 1971.  I versi figurano (nella parlata nuorese) in Sardegna nostra, pregiata pubblicazione di Pasquale Scanu, p. 15, Milano, Bietti, 1970.

(46) Canticos sacros / pro usu / de su populu / isseltos / dae su / Sac. Sebastianu Patta / Rectore parrocchiale / de / Ardaule // Sassari, tip. Chiarella, pp. 92, 181.

Il raccoglitore presenta del Licheri un fervorino eucaristico ("Sacramentadu Deu")m otto quartine di settenari, pp. 55-57. Il Patta attribuisce a Giov. Batt. Madeddu il piccolo carme del quale si è parlato nella nota precedente; non accoglie nel suo piccolo libro le Lodi di S. Mauro abate, pubblicate in Cagliari nel 1700 (correggere: 1800) e riprodotte sia nel 1862 (tip. nazionale di Cagliari, foglio vol.), sia nel 1934 da G. Sechi in Goggius (tip. Pascuttini di Oristano, pp. 100-101). Autore delle lodi di S. Mauro venerato nella omonima chiesa campestre di Sorgono, è il Licheri.

(47) Sac. GIOVANNI SECHI, Goggius 1 Raccolta completa / delle lodi sacre Sardo-Logudorese-Campidanese. // Oristano, prem. tip. S. Pascuttini e C., 1934 XII, pp. 422, 81. Sono riportate 14 composizioni del Licheri, tra le pp. 30-50 (dal mercoled¡ delle Ceneri e da due domeniche di Quaresima e di Passione, fino ai canti sull'Addolorata e al settenario della Settimana santa. Forma: una quartina iniziale, poi sestine; metro: ottonario. Ricordiamo: la prima strofa dei venerdì santo dice: "O tristu, fatale die, / Oras penosas e duras: / Cagliadebos, creaturas, / Lassade piangher a mie". I versi sono cantati spesso nel suddetto giorno commemorativo, da Radio Sardegna, tra i canti folkloristici di Barbagia (Fonni e Mamoiada). Per il contenuto e l'ispirazione poetica del canto menzionato si nota la vivezza delicata e umana che fu propria di Iacopone da Todi.

                Cfr. Raimondo Bonu, Scrittori Sardi nati nel sec. XVIII, pgg.296-297.