Arcidiocesi di Oristano
Oristano: Cattedrale
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STORIA E ARTE DEL MONASTERO S. CHIARA ORISTANO
Chiesa santa Chiara: interno La consacrazione della Chiesa E' del 10 febbraio 1428 la consacrazione della chiesa e dell'altare maggiore, di cui si conserva la pergamena recentemente ritrovata, che riporta i seguenti nomi e personaggi: il marchese don Antonio d'Arborea Cubello, l'abbadessa suor Mattia, il vescovo di Bisarcio Biagio Spanu, consacrante, l'arcivescovo di Oristano Elia, il vescovo di Usellus Giacomo Lubera, il guardiano dei frati minori fra Ludovico e il confessore fra Cristoforo. Nella chiesa di santa Chiara venne trasferita la cappellania di san Salvatore che era prima nella regia giudicale, divenuta poi "sa domu de su marchesu", oggi in parte carceri giudiziarie, come si legge in una lettera di Carlo V del 1518 "la missa que per abans se celebrava en la casa del marques se diza en lo convet de santa Clara", ed in una "notta dels paraments del rei", viene descritto anche l'arredo trasportatovi, fra cui "un devant de altar ab la casulla, stola j manipole de dams blancu ab le frangies de or i armes reales"; Il cappellano godeva l'elemosina di una messa quotidiana, pagata dal tesoro regio e, per disposizione della corte, lo stesso capellano di san Salvatore sedeva e aveva voce nello Stamento Ecclesiastico dell'isola. Nello Stamento le suore avevano voce per mezzo del cappellano che vi si recava munito dei sigilli del monastero. Della capella di san Salvatore resta oggi il tabernacolo ligneo, che nella porticina porta raffigurato il Cristo Risorto. Ancora oggi viene apposto sui documenti e sulla corrispondenza un timbro con la dicitura "Reale Monastero di Santa Chiara Oristano"; l'appellativo di "Reale venne attribuito al monastero dai monarchi spagnoli forse alla fine del Marchesato 1478, quando anche la città di Oristano divenne "Città Reale", mentre nei documenti del monastero appare soltanto nel 1577. Reale monastero: un appellativo prestigioso soltanto in apparenza, benché si sottolineasse che santa Chiara era la chiesa che "ahont sa Regia Magestad Capella Real sols en este Regne", le premure regie furono sempre assai scarne e le monache non ebbero mai un concreto aiuto. Gli interventi dei sindaci Numerosi sono gli interventi dei Sindaci della Città presso il Parlamento per ricordare gli impegni del giudice Mariano IV e dei successori sino al marchese Don Leonardo Alagon, circa la "provvistone giornaliera per tredici suore"; le ripetute richieste trovarono accoglienza soltanto negli atti, mai concretamente; nel 1574 il sindaco Francesco Pintolins, per le condizioni di indigenza in cui versavano le suore, chiese almeno una elemosina, e la risposta fu "hi tendrà compte" (si terrà conto). La poca sensibilità dei governanti è stata sempre ricolmata generosamente dall'amore degli oristanesi per la chiesa ed il monastero e degli abitanti del circondario e molte sono le testimonianze di donazioni.
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