AMICO DI DIO E MARTIRE

FRANCESCO ZIRANO

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La morte del servo di Dio Francesco Zirano

Cagliari, Anonimo del primo 1700

 

 

 

 

 

priere
Fama del martirio
Via Crucis
Condanna a morte
Costantinopoli
Tradito
Redentore di schiavi
Frate francescano
La famiglia

 

 

MARTIRE FRANCESCO ZIRANO

SERVO DI DIO

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La morte del servo di Dio Francesco Zirano

Cagliari, Anonimo del primo 1700

 

Padre Francesco Zirano (o Cirano) nasce a Sassari nel 1564 da genitori cristiani di modeste condizioni economiche. Ammesso tra i Frati Minori Conventuali nel convento S. Maria di Betlem della sua città, vi emette la professione religiosa nel 1580. Nel 1586 diviene sacerdote.

1586-1602. Nel convento di S. Maria dove risiede, p. Zirano è stimato particolarmente per la sua carità. Questa virtù lo porta ad accogliere l'ispirazione divina che lo chiama ad intraprendere la missione di redentore dei cristiani tratti in schiavitù dai corsari di Algeri, tra i quali si trova dal 1590 anche un suo cugino e confratello religioso, fra Francesco Serra. Nel 1599 papa Clemente VIII lo autorizza a raccogliere le offerte necessarie al riscatto e a recarsi personalmente ad Algeri.

1602-1603. A fine luglio 1602 p. Zirano giunge in Africa in compagnia di p. Matteo de Aguirre, ambasciatore del re di Spagna presso Sid Amar re di Cuco (odierna Kabilia). Verso il 20 agosto perviene ad Algeri dove trova una situazione estremamente critica e avversa ai cristiani a causa della guerra che sta per scoppiare tra il regno di Cuco (appoggiato dalla Spagna) e quello di Algeri. Tuttavia l'audace missionario lasciando Algeri porta liberi a Cuco quattro schiavi cristiani.

Scoppiata la guerra (1 settembre) e dopo una battaglia vinta dal re di Cuco (1 gennaio 1603), p. Zirano è inviato in Spagna a portare notizie a Filippo III. Ma tradito dai mori che l'accompagnano, è consegnato ai soldati algerini che lo conducono incatenato ad Algeri. Qui il pascià Solimàn, rinnegato siciliano, lo rinchiude in carcere fissando il suo possibile riscatto in 3000 ducati d'oro. Dal cugino schiavo, che lo visita segretamente, p. Zirano sa che forse sarà bruciato vivo e dice: "Piaccia a Dio che ciò avvenga per essere io cristiano ". Un tentativo dei giannizzeri di inviarlo schiavo a Costantinopoli fallisce per l'opposizione del pascià. All'annuncio datogli dal cugino il 24 gennaio che l'indomani sarà giustiziato, p. Zirano esclama: "Piaccia a Dio che con la mia morte i rinnegati riconoscano quanto male hanno fatto rinnegandolo".

25 gennaio 1603. Il p. Zirano riceve la notifica della sentenza - ben più crudele - pronunciata dal Gran Consiglio: è condannato ad essere scorticato vivo. Ma gli viene fatta pure la proposta: avrà salva la vita se rinnegherà la fede cristiana. Egli respinge sdegnosamente la proposta e si avvia al supplizio pregando incessantemente. Lungo il tragitto, alla seconda proposta di abbandonare la fede e abbracciare l'islàm, risponde che la fede cristiana è l'unica fonte di salvezza. Giunto sul luogo del supplizio e sistemato per l'esecuzione della sentenza, respinge con quete parole l'ultima proposta di abbandonare la fede in cambio della vita: "Sono cristiano e religioso del mio padre san Francesco, per cui come tale voglio morire; e supplico Dio che vi illumini così che abbiate a conoscerlo". Affronta i tormenti della crudele esecuzione recitando il cantico biblico dei tre fanciulli e invocando Gesù e Maria, e san Paolo apostolo. Muore pronunciando le parole di Cristo: "Nelle tue mani, o Dio, raccomando il mo spirito".

Fama di martirio e Causa di canonizzazione. La morte eroica del p. Francesco Zirano suscitò immediata e profonda ammirazione non solo in Spagna, in Sardegna sua patria e in Italia, ma in tutta la cristianità, compresa l'America Latina, dando origine a una fama di martirio saldamente fondata su dichiarazioni di testi oculari e di quanti da loro sentirono. Continuata sino ad oggi, ha trovato conferma nel processo concluso presso la diocesi di Sassari nel 1991.

Nei secoli XVII e XVIII tentativi di introduzione della causa non ebbero successo per le difficoltà dei tempi. Ripresa nel 1984 e conclusa la sua prima fase col processo diocesano di Sassari (1990-91), essa sta ora compiendo i suoi passi in Roma presso la Congregazione dei Santi. Motivi sociali di attualità della causa: i persistenti sequestri che additano in p. Zirano il mediatore esemplare; la diffusa indifferenza religiosa che lo richiama modello e avvocato di chi si impegna a rievangelizzare oggi; il rinnovato scontro islàm-cristianesimo - accanto all'odierno dialogo delle religioni - che vede in p. Zirano colui che mostra la vera religione col semplice annuncio, la preghiera e la testimonianza del sangue.

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Il testo del presente sito è preso su consenso del vicepostulatore fr. Umberto Zucca

In Rete dal 10 luglio 1999

 

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